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Sciopero generale Cgil e Uil, l’1 dicembre a Potenza presidio in piazza Prefettura

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POTENZA –

  • È stato indetto per venerdì primo dicembre lo sciopero generale nazionale di Cgil e Uil nelle regioni del Sud nell’ambito della mobilitazione “Adesso basta!” partita il 17 novembre in tutta Italia. Lo sciopero è di otto ore o per l’intero turno di lavoro. I sindacati regionali hanno organizzato un presidio alle 10 in piazza Prefettura a Potenza. Lo hanno annunciato oggi in conferenza stampa, davanti alla sede del Palazzo della Regione Basilicata, nel capoluogo lucano, i segretari generali Cgil e Uil Basilicata, Fernando Mega e Vincenzo Tortorelli. Aprirà la manifestazione del primo dicembre alla quale prenderanno la parola delegate e delegati, il segretario generale Cgil Basilicata, Fernando Mega, mentre concluderà il segretario generale nazionale Uil Pensionati, Carmelo Barbagallo.
  • Dopo lo sciopero dello scorso 17 novembre con le manifestazioni di Potenza e di Matera, Cgil e Uil Basilicata ritornano in piazza per chiedere l’aumento dei salari, per estendere i diritti e per contrastare una legge di bilancio che non ferma il drammatico impoverimento di lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati e non offre futuro ai giovani.  La protesta riguarda anche le questioni regionali: dalla crisi della sanità lucana alla crescita della povertà fino all’inadeguatezza delle politiche sociali, del lavoro, industriali ed energetiche messe in campo dal governo regionale. 
  • “Dopo gli attivi unitari e le assemblee che si sono svolte sul territorio regionale – ha spiegato Tortorelli – scioperiamo contro una manovra finanziaria che non risponde ai bisogni reali del Paese, delle lavoratrici e dei lavoratori. A ciò si aggiungono le questioni regionali con le nostre proposte che porteremo in piazza Prefettura il primo dicembre. È la piazza del primo maggio, dove abbiamo difeso e difendiamo la Costituzione, la democrazia, in questa fase delicata in cui viene messo in discussione il diritto allo sciopero e il ruolo del sindacato. Abbiamo scelto la sede della Regione Basilicata per mandare un messaggio al presidente Bardi di non stare troppo con la testa alle candidature per le prossime elezioni e di pensare ai problemi reali dei lucani. Uno su tutti il dimensionamento scolastico: in tre anni in Basilicata passeremo da 102 istituti scolastici a 80, una scuola su quattro rischia di chiudere. Altre Regioni, dove l’incidenza è minore, hanno deciso di ricorrere alla Corte Costituzionale, mentre questa giunta regionale non ha fatto nulla. E poi il tema dello sviluppo mancato – ha concluso Tortorelli – a cui vogliamo guardare con gli occhi della speranza raccogliendo l’appello della Caritas a dedicare più attenzione e impegno alla povertà e al disagio sociale. Per questo facciamo appello alla comunità lucana a partecipare a questa iniziativa di Cgil e Uil che mette al centro gli interessi di tutti e tutte”. 
  • Ha aggiunto Mega: “I dati Istat, non quelli di Cgil e Uil, ci dicono che in Basilicata ci sono 23.000 giovani in meno, il 16,8% in meno negli ultimi 10 anni. Alla vigilia della campagna elettorale vogliamo consegnare questo elemento di riflessione alla politica tutta, non solo alla classe dirigente regionale uscente. A questo dato drammatico si aggiunge quello Agenas, che pone la nostra regione all’ultimo posto per il servizio sanitario pubblico, e la deindustrializzazione dell’area industriale più grande della Basilicata, l’area industriale di Melfi, rispetto alla quale continuiamo a registrare il silenzio assordante delle istituzioni regionali. Se a tutto questo sommiamo le scelte del governo centrale, dall’autonomia differenziata al dimensionamento scolastico, che mina il diritto allo studio, il messaggio mandiamo davanti alla sede della Regione Basilicata è un grido di allarme rispetto al futuro di questa regione. Il governo regionale – ha concluso Mega – la smetta con la narrazione e prenda atto dei dati drammatici di questa regione per costruire un nuovo futuro per la Basilicata hub energetico: a partire dalla svolta produttiva di Stellansi si rilanci il tessuto produttivo di questa regione guardando ai tanti giovani che lasciano la nostra terra perché qui non trovano prospettive. Serve una inversione di tendenza. Bisogna cambiare il paradigma e pensare a un modello di sviluppo che traguardi le nuove generazioni”.