“Con il nuovo contratto di servizio con Trenitalia la Basilicata avrà 8 nuovi treni di ultima generazione di cui 4 finanziati a totale carico della Regione. Lo straordinario risultato ottenuto è esito di una dura e personale battaglia nel corso della riprogrammazione delle risorse FSC, sulla quale la maggioranza di governo era orientata diversamente. Il contratto era inoltre stato congelato dalla fine della scorsa estate per rivendicare, a fronte dei grandi investimenti fatti, l’autonomia della Direzione Regionale Basilicata, al fine esprimere figure amministrative autoctone e per ottenere maggiori ricadute sul lato occupazionale, avendo assistito in questi anni a complesse crisi aziendali, da Firema a Ferrosud”.
Lo dichiara il consigliere regionale Donatella Merra la quale ribadisce che “Nel nuovo contratto di servizio con Trenitalia, per il prossimo decennio, costruito durante mesi di studio, programmazione, tavoli decisionali con tutti gli attori coinvolti ed anche in virtù di incontri personali con i vertici FS, la Basilicata ha raggiunto l’obiettivo previsto che assicurerà il completo rinnovo della sua flotta regionale, grazie all’acquisto 8 nuovi treni di ultima generazione cofinanziati dalla Regione stessa”.
Si tratta di un successo eccezionale di cui possiamo andare a testa alta, soprattutto dopo un lungo periodo di immobilismo che ha inciso sia sui nostri gap infrastrutturali che su quelli connaturati alla qualità dei servizi. Ma il duro lavoro svolto ci ha ripagato anche dei precedenti momenti di criticità che ora stiamo affrontando con nuove prospettive di recupero e rinascita.
Il miglioramento della qualità del servizio dei trasporti ferroviari era un appuntamento che non potevamo permetterci di mancare per rompere definitivamente da quel circolo vizioso di inerzia e ordinarietà in cui la Basilicata è rimasta troppo a lungo ingabbiata a causa di scelte non sempre oculate. Oggi abbiamo però avviato un nuovo ciclo di investimenti per le infrastrutture e per il materiale rotabile che ci consentirà finalmente di modernizzare le nostre ferrovie e di potenziare i servizi offerti, da qui alla fine del 2026 e anche oltre.
Il rinnovo del Contratto di Servizio regionale con Trenitalia, è stato anche l’occasione per riavviare quel dialogo con gli organismi di categoria che partecipano attivamente all’opera di complessivo rilancio del settore e del territorio. Già a inizio settembre dello scorso anno ho condiviso con le sigle sindacali alcune novità sullo sviluppo dell’offerta ferroviaria in Basilicata e gli obiettivi pprioritari occupazionali da raggiungere senza compromessi al ribasso. Sempre con le organizzazioni dei lavoratori ho anche convenuto di puntare, in virtù di un corposo incremento delle percorrenze e dell’offerta commerciale, previsto nell’Accordo, soprattutto con la messa in esercizio della tratta Ferrandina-Matera, su un riemergente protagonismo lucano dal quale far discendere nuovi equilibri con le controparti, per tutelare e incrementare i livelli occupazionali e per ripensare una governance adeguata agli sforzi fatti e ai risultati conseguiti in questa fase. Auspichiamo che queste legittime e condivise istanze non vengano sacrificate da calcoli politici e continuino ad essere valorizzate per il bene dei nostri concittadini i quali hanno diritto a stare al passo con quelli delle regioni più sviluppate dell’Italia, in termini di sicurezza lavorativa, salariale e sociale.
Occorre mettersi gioco con i grandi progetti sul lungo periodo, quelli che restituiscono i risultati più stabili e continuativi. Per questo ho parlato di polo di sviluppo in Basilicata a partire dal rilancio ferroviario che può essere volano di progresso economico e sociale. Abbiamo aziende di punta come la Ferrosud di Matera, recentemente rilevata dal gruppo Mermec, intorno a cui costruire un distretto industriale strategico per noi e per l’intero Mezzogiorno, puntando su mezzi ferroviari all’avanguardia. La politica dei poli di sviluppo va estesa anche anche ad altre sezioni della nostra economia che può contare su materie prime, risorse naturali (idrocarburi, acqua ecc.) e un esteso patrimonio culturale con i quali finalmente ridisegnare l’avvenire di questa Regione. Noi lucani possiamo e dobbiamo credere a questo avvenire.
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