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Per la Cisl lucana la recente vicenda del dimensionamento scolastico va letta come possibile preludio di quanto potrebbe accadere senza fissare i livelli essenziali delle prestazioni. Si apra il confronto con le articolazioni territoriali e le parti economiche e sociali su una riforma delicata e complessa
«Sull’autonomia differenziata non abbiamo pregiudiziali ideologiche e siamo aperti al dialogo con Governo e Parlamento per migliorare la riforma purché si affronti in via prioritaria il tema dei livelli essenziali delle prestazioni con l’obiettivo di rafforzare la coesione nazionale assicurando diritti di cittadinanza e parità di accesso ai servizi in tutto il paese, tutelando in particolare le aree interne e montane». È quanto sostiene, in una nota, il segretario generale della Cisl Basilicata Vincenzo Cavallo evidenziando l’opportunità di «approfittare dello spazio aperto dal Decreto Milleproroghe che sposta in avanti di un anno il termine per la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni. Si tratta di un supplemento di tempo che va riempito di dialogo sociale per costruire tutte le garanzie necessarie affinché l’autonomia differenziata non comprometta la coesione territoriale e l’esercizio dei diritti fondamentali di cittadinanza». Secondo il segretario della Cisl lucana «le preoccupazioni espresse dagli amministratori locali sono comprensibili e condivisibili nella misura in cui esprimono la legittima esigenza di incardinare dentro l’impianto della riforma adeguate misure di perequazione territoriale quali meccanismi di garanzia a tutela delle aree più deboli del paese e, nella fattispecie, del Mezzogiorno. In tal senso, le recenti decisioni sul dimensionamento scolastico vanno lette come il possibile preludio, oggi tangibile, di quanto potrebbe accadere in futuro in termini di riduzione dei servizi essenziali senza dare piena attuazione ai livelli essenziali delle prestazioni che, è utile ricordarlo, costituiscono un preciso dettato costituzionale». «Per questo – aggiunge Cavallo – sollecitiamo che il confronto con il Governo e con il Parlamento sia ad ampio raggio e puntuale, con il coinvolgimento delle molteplici articolazioni istituzionali del territorio e delle forze economiche e sociali, perché parliamo di una riforma costituzionale delicata e complessa che avrà effetti di lungo periodo e che non può essere fatta in modo sbrigativo e superficiale per soddisfare gli equilibri interni all’attuale maggioranza parlamentare. Va pertanto scongiurata l’idea dell’autonomia differenziata come un regolamento di conti tra regioni forti e regioni deboli partendo proprio dalla questione dei livelli essenziali delle prestazioni che vanno definiti in base a costi e fabbisogni standard. I livelli essenziali sono la linea del Piave per garantire efficienza amministrativa e allo stesso tempo solidarietà e perequazione tra i territori, assicurando al contempo l’unità e la tenuta democratica del paese», conclude Cavallo.