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*di Luana Franchini, segretaria Confederale Cisl Basilicata
“In questi giorni si susseguono sulla stampa, a giusta ragione, le voci e gli appelli che contengono la preoccupazione, ma anche la rabbia di giovani che stanno per compiere la scelta universitaria o che dopo aver trascorso un lungo periodo di vacanze natalizie nei propri paesi natii, hanno dovuto compiere il rituale strappo e riprendere la valigia e salire su un treno o un autobus che li ha riportati nei luoghi dei loro studi o di lavoro, per poi tornare solitamente ad agosto, altro mese che vede il nostro contesto rimpolparsi di persone, incontri, flussi, dinamismo insomma.
C’è la consapevolezza da parte dei giovani lucani che si fa poco per loro e non lo si fa nella direzione di creare opportunità per loro, ma solo per un misero tirare a campare nello status quo. Non è infatti pagare un po’ meno le bollette che spinge le persone, in realtà di qualsiasi età, a venire a vivere in Basilicata o a non emigrare. Non si emigra per le bollette più o meno costose, ma si emigra perché non si trova un lavoro decente, perché non ci si può curare in tempi e modi adeguati, perché non ci si può muovere con una rete di trasporti su ferro e su gomma, con tempi all’altezza dei ritmi contemporanei, in sicurezza e con frequenza.
Ricordiamoci che dopo dieci anni in Basilicata abbiamo uno ed un solo Frecciarossa, mentre il Trentino, regione analogamente periferica e montuosa, sostanzialmente con lo stesso numero di abitanti, in dieci anni ha visto quadruplicare l’offerta di Frecciarossa. Ed allora è necessario cominciare a pensare davvero a politiche per i giovani, per i reali bisogni dei giovani, perché non possiamo più permetterci questi tassi di emigrazione accompagnati con il processo di invecchiamento dei residenti, pena la vera è propria estinzione della Basilicata.
Una proposta concreta e tangibile potrebbe essere quella che la Regione Basilicata adotti la valutazione dell’impatto delle decisioni di politiche pubbliche regionali sui giovani, analogamente a quanto sta facendo il Comune di Parma, città candidata a capitale europea per i giovani nel 2027, cosa che dovrebbe fare anche il Comune di Potenza anch’esso candidato a capitale europea per i giovani per essere realmente all’altezza e coerente con questa sfida. Questo implica che le misure previste dal documento unico di programmazione vengano classificate come a favore dei giovani o anti-generazionali nel senso che pregiudicano le condizioni dei giovani e non ne favorisce lo sviluppo. La valutazione di impatto generazionale delle misure è un modo oggettivo di valutare le politiche e di correggerle, al di là degli slogan ad effetto, ed è uno strumento previsto anche dal pacchetto di riforme per l’attuazione del PNRR che ricordiamo ha tre priorità: giovani, donne, Sud”.