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“Ai lucani proporremo un sondaggio per chiedere quanti hanno avuto modo di vedere di persona il presidente Bardi ed ai Sindaci della Basilicata chiederemo quante volte hanno avuto modo di averlo ospite nel proprio Comune”
“Ci sono sondaggi che piacciono e sondaggi che non piacciono; l’ultimo di SWG sul gradimento dei governatori delle Regioni italiane è netto ed impietoso nei confronti del presidente Bardi relegato tra gli ultimi con la probabilità che due elettori su tre non lo rivoterebbero. Conclamata assenza di visione strategica per regione che merita altro. Solo per la cronaca e presente memoria, nonostante la farlocca e mistificatoria narrazione dei vari Tajani, Barelli, Mulè e Casellati , lo stesso sondaggio per gli anni precedenti ha visto conseguire al ‘prode generale’ anche il titolo di ultimo e peggior classificato fra i presidenti di Regione italiani”.
E’ quanto dichiara il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Roberto Cifarelli, a seguito della pubblicazione dei dati di gradimento dei presidenti di Regione di SWG.
“Oggi il gradimento del presidente Bardi – specifica Cifarelli – è minore della percentuale che lo ha portato alla vittoria elettorale nel 2019, nonostante il tentativo di spoliazione delle risorse naturali della Basilicata ad uso elettorale. Tuttavia – aggiunge il dirigente del Pd – che nessuno voglia ricandidare Bardi è un fatto evidente a tutti; frutto della inconsistenza nell’azione di governo, spessa improvvisata e lasciata in mano ad un cerchio magico alquanto discusso ma, soprattutto, acquiescente e supino ai voleri dei capi delle segreterie romane a scapito della Basilicata e dei territori come accaduto per l’Autonomia differenziata ed il Dimensionamento scolastico”.
“Ai lucani – comunica Cifarelli – proporremo un sondaggio per chiedere quanti hanno avuto modo di vedere di persona il presidente Bardi ed ai Sindaci della Basilicata chiederemo quante volte hanno avuto modo di averlo ospite nel proprio Comune. ‘La Basilicata esiste’, dice in una canzone Rocco Papaleo e non la si può governare in smart working, conclude Roberto Cifarelli”.