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Autonomia differenziata, Cifarelli (PD): “No al disegno di legge Calderoli”

L’approvazione al Senato del Disegno di Legge Calderoli sulla cd “Autonomia Differenziata” è una gran brutta notizia per il Mezzogiorno e per la Basilicata in particolare. Si spaccia per riforma, in realtà è lo strumento per spaccare l’Italia e favorire la “secessione dei ricchi”. Lo dichiara in una nota il capogruppo del Partito Democratico in Consiglio Regionale, Roberto Cifarelli. “Lo stiamo ripetendo da tempo – aggiunge – che questo pastrocchio legislativo risponde ad istanze che tutelano interessi particolari del nord Italia, divide il paese e crea fratture insanabili tra nord e sud, senza farsi scrupolo di mettere a serio repentaglio la coesione territoriale e sociale della comunità nazionale. Cosa peraltro ”certificata” dalla decisione di approvare prima la legge e poi i Livelli essenziali di Prestazioni che, lo ricordiamo ai più distratti, rappresentano il “cuore” della questione.  Infatti – puntualizza l’esponente Dem – l’art. 117 della Costituzione stabilisce che lo Stato determini i “ livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale.” Uguali diritti civili e sociali significa stabilire preventivamente e, per l’intero Paese, gli stessi livelli base di servizi , per essere più chiari, parliamo della sanità, della scuola, dei trasporti. Invece, lo scambio incestuoso avvenuto tra il partito della Premier Meloni e la Lega di Salvini, che di fatto baratta l’Autonomia Differenziata con il Premierato altro non è che una cinica operazione di potere protesa esclusivamente al particolare interesse dei due Partiti di maggioranza. Il tutto alle spalle dei cittadini e scaricando sui territori storicamente più in difficoltà i costi sociali ed economici di una classe dirigente di Governo priva di scrupoli ed incapace. In Basilicata poi – prosegue il Consigliere – si assiste alla interessata acquiescenza del Presidente della Regione che, in questi anni, pur di mantenere la poltrona presidenziale ha silenziosamente accettato qualsiasi diktat romano, rendendosi così complice di una sciagurata riforma che segnerà il futuro della Basilicata. Esattamente come insolitamente silenziosi sono rimasti i Parlamentari di maggioranza eletti in Basilicata. Parlamentari lucani e non, con e senza cravatta. Non una parola, ma, il solo esclusivo interesse a farsi belli con le segreterie nazionali, sperando così di piazzare la bandierina di partito sulla poltrona di Via Verrastro. Con la speranza, non troppo recondita, di fare le “scarpe” a Bardi. In questo scenario silenziato – conclude Cifarelli – si incastra questa contro/riforma. E se loro non parlano, con le parti politiche ed Istituzionali (anche di centrodestra) più avvedute e con le rappresentanze sociali più responsabili, reclamiamo con forza, una mobilitazione di tutte le forze, democratiche e progressiste, al fine di difendere l’unità del Paese e mettere al riparo le aree più deboli da un federalismo farlocco che, così come concepito finora, ha tanto il sapore di secessione”.

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