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Gli agricoltori del Vulture-Melfese e dell’Alto Bradano si sono mobilitati questa mattina per protestare contro le decisioni che riguardano direttamente il settore agricolo. La mobilitazione è avvenuta presso il piazzale antistante il Punto Nigro Cafe nella Zona Industriale di San Nicola di Melfi, alle ore 8:00.
Uno dei motivi principali che ha spinto gli agricoltori a scendere in piazza è la revisione del Complemento per lo Sviluppo Rurale programmazione 2023/2027 decisa dal Governo Regionale. Questa decisione ha suscitato grande insoddisfazione nel settore agricolo, che si sente penalizzato da una programmazione poco adatta alle reali necessità del territorio. Gli agricoltori chiedono una revisione di questa decisione al fine di garantire uno sviluppo reale e sostenibile dell’agricoltura locale.
Ma non è solo il Governo Regionale ad essere oggetto della protesta degli agricoltori. Anche il Governo Nazionale è criticato per la revisione della Politica Agricola Comune (PAC) per il periodo 2023/2027, in particolare per l’introduzione dell’ecoschema. Gli agricoltori ritengono che questa nuova misura rischi di creare ulteriori vincoli e complicazioni burocratiche, senza realmente tutelare le necessità e le peculiarità del settore.
Inoltre, gli agricoltori del Vulture-Melfese e dell’Alto Bradano contestano l’obbligo imposto dalla Commissione Europea di trasmettere in modo telematico il quaderno di campagna. Secondo gli agricoltori, questo obbligo rappresenta un costo aggiuntivo e una complicazione burocratica che non tiene in considerazione la realtà dei piccoli produttori, che spesso hanno difficoltà ad adattarsi alle tecnologie digitali.
La mobilitazione di oggi è stata una forma di protesta pacifica da parte degli agricoltori, che chiedono un’attenzione maggiore alle loro esigenze e l’adozione di decisioni più consapevoli e mirate per il futuro dello sviluppo agricolo del Vulture-Melfese e dell’Alto Bradano.
Gli agricoltori si aspettano una risposta da parte delle istituzioni competenti e sono pronti a continuare la lotta per tutelare il proprio lavoro e il proprio territorio. Il futuro dell’agricoltura locale è nelle loro mani e la loro voce non può e non deve essere ignorata.