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“I temi posti dal comitato dei genitori di famiglie bambini con bisogni speciali che dovrebbero poter usufruire dell’assistenza riabilitativa ex art.26 legge n. 833/1978 per i propri figli e che invece – scandiscono i genitori – subiscono una vergognosa discriminazione nella totale indifferenza delle istituzioni, insieme all’appello da loro lanciato non può e non devono cadere nel vuoto”, dichiara in una nota il consigliere regionale del PD Roberto Cifarelli. “Per questa ragione – continua Roberto Cifarelli – ho presentato una interrogazione consiliare al fine di chiedere al presidente Bardi e all’assessore al ramo per quali ragioni si determinano discriminazioni di questa natura ed ho altresì presentato una mozione consiliare per impegnare il Presidente Bardi, l’Assessore al ramo e l’intera giunta regionale affinché si adoperino per rimuovere le cause che determinano i fenomeni di ingiustizia lamentati dal comitato genitori famiglie bambini con bisogni speciali”. Il comitato lamenta “una gestione non efficace delle risorse economiche destinate alle terapie da parte della Regione Basilicata e della ASM, infatti, molti bambini hanno dovuto interrompere le terapie perché non rientrano più nel budget stanziato. Questa situazione ha impedito dall’ottobre scorso ad oggi a sempre più famiglie fragili, che dovrebbero poter usufruire dell’assistenza riabilitativa ex art.26 legge n. 833/1978, di poter accedere alle terapie. “La questione – sottolinea il consigliere del PD – riguarda la modalità di distribuzione delle risorse finalizzate alla riabilitazione ai centri accreditati, infatti, l’attuale modello applicato dalla Regione e dall’ASM di Matera non tiene in debita considerazione i bisogni assistenziali tipici dell’età evolutiva, e non hanno colmato la carenza di risorse da assegnare prioritariamente a quelle strutture che, a fronte di ingenti e maggiori oneri rispetto a quelli sostenuti per le sole terapie domiciliari, dispongono anche di spazi specifici dedicati e di personale altamente qualificato e formato per gli interventi rivolti alle disabilità in età evolutiva. Non parliamo di attività accessorie ma fondamentali, quali la neuropsichiatria, la logopedia, la neuro-psicomotricità, la terapia occupazionale, la fisioterapia. La questione posta riguarda la base sulla quale lavorare affinché ogni bambino possa sviluppare il proprio potenziale per una reale inclusione e partecipazione nel mondo e una qualità della vita migliore. Questi temi con questa impostazione dovranno essere affrontati con immediatezza dal Consiglio regionale nella convinzione che, nell’età evolutiva, ogni giorno di terapia perso, è un giorno perso per sempre e che noi – conclude Roberto Cifarelli – non possiamo non farcene carico”.