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Bonus gas, mancano le coperture per i non metanizzati e la Regione prova lo “scippo” al fondo per l’occupazione

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Bari e Latronico parlano invece di promessa mantenuta: “Riduzione bollette e transizione energetica”

Lo avevamo anticipato in un nostro articolo di qualche giorno fa. https://www.noibasilicata.it/2024/02/12/centonovanta-milioni-per-il-lavoro-e-zero-occupati/ Ora ne parla anche la Nuova del Sud, di cui pubblichiamo il servizio di oggi:

POTENZA – La misura era stata varata esattamente un anno fa. Una mossa con la quale la Regione Basilicata aveva deciso di correre ai ripari dopo le legittime proteste delle migliaia di famiglie lucane inizialmente escluse dal bonus gas (varato a Ferragosto 2022) perché non ancora raggiunte dalla rete del metano. Con il bando per i non metanizzati la giunta Bardi, utilizzando i fondi provenienti dagli accordi con Eni e Shell sul fronte delle compensazioni ambientali, aveva dato il via libera al contributo a fondo perduto di importo variabile dai 5.000 ai 10.000 euro a seconda del tipo di impianto per l’acquisto e l’installazione di impianti di produzione di energia elettrica e/o termina alimentati da fonti rinnovabili e/o sistemi di accumulo di energia elettrica. Attraverso la quale i beneficiari della misura hanno diritto al consumo gratuito dell’energia elettrica prodotta attraverso gli impianti oggetto del contributo.

E di domande, ovviamente, ne sono arrivate a bizzeffe.

Qualcuno, però, in viale Verrastro deve aver fatto male i conti, dal momento che le coperture finanziarie della misura iniziano seriamente a vacillare. Al punto che la stessa Regione si è precipitosamente attivata per reperire i fondi aggiuntivi necessari alla prosecuzione del bando. Quantificati in circa 40 milioni di euro. Il problema è che i soldi individuati per “rifornire” la misura per i non metanizzati fanno sì parte dell’accordo con le compagnie petrolifere, ma andrebbero quasi a dimezzare il fondo di 100 milioni di euro dedicato esclusivamente a progetti di sviluppo e occupazione.

Come non bastasse, negli ultimi mesi i lucani metanizzati devono fare i conti con quel che resta del bonus gas.

Dalla cifra “zero” alla voce “molecola gas” delle bollette dello scorso anno termico, si è passati rapidamente a veri e propri salassi. Dove l’importo in bolletta del sussidio si è ormai ridotto a pochi centesimi. O al massimo pochi euro al giorno. E i lucani si chiedono: come è possibile? Perché il tanto pubblicizzato gas gratis si paga e pure tanto?

La spiegazione è semplice e articolata allo stesso tempo.

Per comprendere fino in fondo quello che sta succedendo dobbiamo fare un passo indietro. E tornare al varo del bonus gas, ovvero all’agosto del 2022. Misura che prevedeva lo sconto in bolletta del costo della “molecola gas”. Il gas, come tante altre materie prime, è però soggetto ad una fluttuazione continua delle quotazioni sul mercato. E all’epoca dell’introduzione del bonus gas, le quotazioni erano alle stelle a causa della crisi energetica innescata dalla guerra in Ucraina. Quel valore (individuato mensilmente dall’Arera, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) infatti, è passato da 1 euro e 20 centesimi al smc (standard metro cubo) di un anno e mezzo fa ai circa 33 centesimi attuali (valore di riferimento del mese di gennaio 2024).

Il graduale passaggio dal mercato tutelato a quello libero e la mancata o errata applicazione dello sconto in bolletta da parte di alcune società fornitrici ha fatto il resto. A fronte di tariffe nettamente differenziate a seconda del gestore (che arrivano in più di qualche caso a superare l’importo di 1 euro a smc, ovvero il triplo rispetto all’attuale costo “coperto” dal sussidio in bolletta), l’impatto del bonus regionale, ancorato alle attuali quotazioni, si è ridotto così al massimo a pochi euro al giorno. Riportando nelle case dei lucani bollette esorbitanti. Una serie di criticità che le associazione dei consumatori hanno più volte portato all’attenzione del governo regionale. Senza mai ricevere la dovuta attenzione.

Leggi l’articolo integrale della Nuova del Sud:

https://www.lanuova.net/bonus-gas-mancano-le-coperture-per-i-non-metanizzati-e-la-regione-prova-lo-scippo-al-fondo-per-loccupazione/

La Regione Basilicata intanto interviene sul Bonus Gas. A seguire il comunicato:

Bardi e Latronico, una promessa mantenuta: riduzione delle bollette e transizione energetica

“Uno dei principali obiettivi del governo regionale è, come noto, ridurre il costo della vita delle famiglie lucane e lasciare nelle tasche dei cittadini maggiori disponibilità. Per questa ragione abbiamo attivato il bonus gas, il bonus acqua e altrettanto faremo con la bolletta della luce. Si tratta di una chiara visione di politica economica che al contempo punta a sostenere e rafforzare il sistema imprenditoriale dalla cui tenuta e sviluppo dipende il mantenimento e la creazione di posti di lavoro. Questo approccio differenzia noi dalla sinistra che tenta di screditare questi provvedimenti e far finta di non capire il senso e la direzione della nostra politica economica. Vogliamo quindi rassicurare i cittadini dicendo loro di non dare ascolto alle voci infondate ed allarmistiche di chi è si è sempre opposto  all’erogazione del bonus gas, e ora del bonus acqua, per interessi di mera propaganda elettorale. In questo contesto assoluto rilievo ha il bonus gas percepito da oltre 142 mila utenti/famiglie che ha garantito un drastico ridimensionamento della tariffa rispetto a qualsiasi altro cittadino italiano. A monte del provvedimento bonus gas c’è una decisione fondamentale presa dal governo di centro destra in Basilicata: opzionare 200milioni di metri cubi di gas nell’ambito del negoziato con le compagnie titolari delle concessioni minerarie. In altri termini abbiamo messo a disposizione delle famiglie lucane la possibilità di beneficiare della molecola gas, ossia di una delle nostre risorse naturali strategiche.

Affermare che la molecola gas per 200 milioni di metri cubi è nella disponibilità della comunità lucana è una verità cristallizzata in una legge, proprio perché trattasi di risorse energetiche nelle nostre disponibilità. Il beneficio varrà per l’intero periodo della concessione: 9 anni. A questo la sinistra non ci ha mai pensato.

Prima di poter immaginare una erogazione diretta da parte di una Agenzia regionale abbiamo dovuto avvalerci e ci avvaliamo della collaborazione di venditori, ossia delle diverse società con cui gli utenti hanno sottoscritto un contratto di fornitura.

Sino al 31 dicembre 2023 la gran parte delle società di vendita si facevano pagare gli oneri di costi di servizio (costi di commercializzazione e vendita, costi di trasporto etc.) e la molecola del gas secondo i parametri del mercato tutelato definito in ambito nazionale da un organismo che si chiama Arera. Inoltre, interveniva sulla riduzione della bolletta anche un intervento governativo teso a calmierare altri costi a partire dall’IVA il cui ammontare era pari al 5%. Va inoltre considerato, come dovrebbe esser noto a chi almeno frequenta i banchi del consiglio regionale, che gran parte delle bollette considerano una stima dei consumi degli utenti sulla base di dati storici per poi l’anno dopo effettuare i conguagli sui consumi effettivi. Di qui una inevitabile turbolenza nei costi di alcune bollette. Resta il fatto che sulla grande platea di beneficiari queste situazioni hanno costituito una eccezione e non una regola. Ed è su questo che hanno alzato il polverone quanti soffrono queste misure popolari. Nel 2024 il contesto è cambiato. Testate nazionali e televisive hanno messo in evidenza che il mercato è liberalizzato. Ossia il mercato tutelato, quello che garantiva un costo basso alle famiglie non costituisce più un riferimento   per i venditori. Quindi anche se il valore del gas è diminuito chi lo eroga e lo vende può aumentarne il costo secondo propri modelli di profitto. Di qui l’esortazione agli utenti ed alle famiglie a controllare sulle proprie bollette qual è il costo che le società di vendita applicano e a cercare sul sito Apibas e/o Arera le società che maggiormente li tutelano sulla base del loro consumo medio. Il mercato del gas in altri termini è diventato come quello della telefonia dove la concorrenza tra le varie società si esplica sulla base delle offerte e degli sconti che le diverse compagnie applicano. È un mutamento di scenario, che vede anche il venir meno di misure straordinarie poste in essere dal governo nazionale nella fase di maggiore crisi energetica e che riguarda ad esempio l’IVA passata dal 5% al 10% o al 22% a seconda delle condizioni soggettive e fasce di consumo. Un costo, quello dell’IVA, peraltro attutito proprio dal governo regionale con il bonus gas. Questi i fatti.

In questa nuova situazione la Regione ha invitato le società di vendita lucane a tenere il costo della molecola nei parametri Arera per il mercato tutelato, e dunque a mantenere un prezzo calmierato pari a quello utilizzato per i soggetti vulnerabili (diversamente abili, over 75 etc).

La Regione continuerà ad erogare il bonus alle famiglie nella misura massima possibile, scoraggerà la speculazione e metterà in campo ogni azione, partendo da una buona informazione a tutela degli utenti lucani. Ad oggi il beneficio per oltre 142 mila utenti/famiglie grazie al bonus gas, ammonta a circa 94 milioni di euro erogati nel primo anno. Risorse che sono tornate nelle tasche dei cittadini. A questo beneficio si devono aggiungere le misure destinate ai non metanizzati per la realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, di cui hanno già beneficiato 6250 famiglie con un investimento a carico della Regione di 40 milioni di euro, con il coinvolgimento di 273 operatori economici. Nel 2024, grazie ad un secondo imminente bando, si arriverà ad una platea complessiva di circa 12mila famiglie, che beneficeranno di propri impianti da rinnovabili, un importante passo verso una concreta transizione energetica ed ambientale.”

È quanto dichiarano in una nota congiunta il presidente della Regione Basilicata Vito Bardi e l’assessore regionale all’Ambiente, Territorio e Energia Cosimo Latronico.