Giornata importante e densa di appuntamenti, quella di ieri, per Angelo Chiorazzo, candidato alla presidenza della Regione Basilicata per Casa Comune (e per l’intero centrosinistra, se si riusciranno a superare e comporre le diffidenze di alcune componenti della possibile larga coalizione). L’imprenditore di Senise, nella cittadina federiciana, ha incontrato imprenditori, cittadini, sindacati, parti sociali. Ma dopo l’evento pubblico – di cui pubblicheremo a seguire il dettagliato resoconto della Nuova del Sud – Chiorazzo ha voluto incontrare, in serata, gli agricoltori: quel “popolo dei trattori” che da giorni ormai è in protesta per reclamare i loro diritti calpestati dalla insensibilità delle istituzioni, anche a livello europeo. “A Melfi ho incontrato gli agricoltori, inascoltati da Governo e Regione, che da giorni protestano a difesa del bene primario di questa terra. Abbiamo il dovere di ascoltarli, difenderli e tutelarli”, ha detto Chiorazzo. A fare gli onori di casa, nella giornata federiciana, il primo cittadino Giuseppe Maglione: “Parlare di lavoro – ha evidenziato il sindaco di Melfi – significa costruire un dialogo corale che sappia ascoltare i bisogni reali di tutti e trasformarli in opportunità.
A seguire il servizio della Nuova del Sud, buona lettura.
Occupazione e crisi Stellantis, nuova iniziativa di Chiorazzo a Melfi per trattare il tema del lavoro
MELFI – Il ridimensionamento dei livelli produttivi e occupazionali nel cuore del polo produttivo più importante della Basilicata a fronte dell’anno record vissuto in termini di utili da Stellantis – come i numeri diffusi nei giorni scorsi dimostrano – è una beffa inaccettabile a danno dei lavoratori lucani. Per Angelo Chiorazzo, candidato alla presidenza della Regione per Basilicata Casa Comune, la crisi industriale di San Nicola di Melfi va fronteggiata ricordando al governo centrale che incentivi e ammortizzatori sociali non sono più sufficienti, che “lo Stato è da Aosta a Pantelleria” e che “non esistono solo le questioni del Nord”. Serve un’azione molto più incisiva “perché qui, a Melfi, si gioca il nostro futuro”. Questo il messaggio di Angelo Chiorazzo da Melfi, ieri, nel corso della tappa federiciana del tour lucano inaugurato nelle settimane scorse prima da Potenza e poi da Matera. Di fronte ad una sala gremita, Chiorazzo ha ricordato che il tema lavoro deve essere prioritario se si vuole arrestare il fenomeno dello spopolamento. Dopo aver dedicato un applauso alle vittime dell’incidente avvenuto a Firenze, si è quindi addentrato nelle problematiche che investono da circa quattro anni il settore Automotive. “Di fronte a chi vive difficoltà per l’oggi e paure per il domani – ha aggiunto Chiorazzo – non voglio lasciare spazio alla polemica politica e intendo concentrarmi sui fatti. Ma c’è un passaggio che bisogna chiarire: non servono proclami e passerelle ma impegno, lavorando perché l’impegno produca fatti. E non posso non rilevare come fino ad oggi la Basilicata abbia affrontato questa partita con mancanza di strategia e di visione”.
REGIONE FERMA
“Il 29 maggio 2019, il Presidente Bardi, anche in notevole ritardo, ha presentato in Consiglio regionale la sua relazione programmatica in cui ha detto, cito testualmente, “Intendo favorire un piano straordinario per il lavoro”. Di questo non si è visto niente”. della parola “automotive” neanche l’ombra nel documento Fesr/Fse 21-27 e nel Defr, strumenti strategici di programmazione che dovrebbero orientare l’operato di un’amministrazione. Ma deludente è stato soprattutto il risultato conseguito nell’azione di dialogo con il governo centrale. Testimonianza ne è la recente visita del ministro Urso, arrivato a Potenza mentre era esplosa in tutta la sua drammatività la “crisi” nell’indotto e nella Logistica. Stellantis ha infatti avviato un processo di internalizzazione di alcune attività della logistica che precedentemente aveva sempre affidato all’esterno. “Il ministro Urso è stato in Basilicata per affrontare questa questione ed è venuto a dirci – ha ricordato Chiorazzo – che il problema dell’automotive si risolve portando in Italia un altro produttore oltre Stellantis. Se lo dice un ministro dell’Industria c’è da credere che non sia solo teoria, ma nessun rappresentante della nostra Regione gli ha chiesto né quanto ci sia di concreto, né se tali programmi possono riguardare la Basilicata. Perché per quest’area non è indifferente se un nuovo polo auto sorgerà qui, a Mirafiori, a Pomigliano o in un sito del tutto nuovo. E gli incentivi all’acquisto di auto nuove di cui ha parlato, seppur positivi, non sono risolutivi alla crisi né per Melfi né per gli altri siti italiani. È in questi aspetti su cui la Regione può avere un ruolo non solo gregario, ma propositivo, è necessario avere una visione chiara di sviluppo del territorio, cosa che in questi anni è stata totalmente assente”.
AREE INDUSTRIALI ABBANDONATE
Altro tema spinoso, quello della gestione delle aree industriali, strettamente connesso ai temi del lavoro e dell’occupazione. “Le nostre aree ha sottolineato Chiorazzo- devono diventare attrattive. Devono essere sicure. Non è possibile che ci siano persino problemi di illuminazione nella principale area industriale lucana. Non è possibile che una lavoratrice, una madre, perda la vita per questo, come è successo a Rossella Mastromartino”. “Tutto questo – ha aggiunto – mentre alla Regione si giocava tra Consorzi industriali e Apibas come se si fosse al monopoli, mettendo in campo soggetti che gestissero l’esistente, possibilmente senza scontentare nessuno, anzi accontentando qualcuno, ma senza incidere sulla qualità delle nostre aree industriali”. Quando cerchiamo di contrastare la strategia di Tavares di andare a produrre in Paesi a basso costo, innanzitutto Serbia e Marocco, abbiamo l’imperativo categorico di mostrare – è quanto ha ricordato Chiorazzo che qui i fondamentali, cioè le condizioni di sicurezza, le infrastrutture, l’efficienza, sono radicalmente diverse che in quelle nazioni; sono migliori, sono di livello europeo. E invece no. Ci tocca prendere atto anche della fragilità del sistema industriale lucano. Un sistema che, al di là delle grandi concentrazioni industriali è fatto di piccole imprese, di realtà familiari che creano occupazione ma che spesso sono marginalizzate. E anche quando ci sono risorse da poter investire vengono dilapidate in misure sterili e populiste, invece di impiegarle per creare le condizioni per sostenere il lavoro e il sistema produttivo”. Quindi, le incertezze del momento, legate alla fase di transizione verso l’elettrico. “Qui dobbiamo dircelo con chiarezza: le interlocuzioni- ha assicurato Chiorazzo – sono possibili solo a livello di governo o a livello Europeo. E già sono difficili. Ma la Regione, deve seguire momento, per momento, quello che lo Stato fa. Non è possibile essere più spesso a Roma per parlare di candidature che non della salvezza di un sistema produttivo senza il quale la Basilicata crolla”.
LE SFIDE “PERSE”
Dal centro di ricerca alla Hydrogen Valley. Due le scommesse progettuali rimaste soltanto “promesse”. “Noi dobbiamo lavorare ha affermato Chiorazzo per creare le migliori condizioni di contesto. Ed è questo che può fare la differenza. Come occasioni di lavoro e come attrattività. Ma come pensiamo di riuscirci se il centro di ricerca pensato e finanziato ai tempi di Fiat è stato abbandonato su un binario morto? Se le promesse di una Hydrogen Valley che potesse agire sul differenziale dei costi energetici per le imprese di Melfi si sono rivelate vane? Se i documenti di sviluppo della Regione, come ho già detto, dimenticano del tutto il capitolo automotive? Se, aggiungo ancora, la Regione riesce ad ottenere 190 milioni dalle compagnie petrolifere per sostenere lavoro e sviluppo, ma poi anno dopo anno sposta tutte le risorse in misure effimere e clientelari, che danno un contentino ai lucani e non creano un solo posto di lavoro? Eni annunciò la Regione alla stampa a novembre 2022 avrebbe dovuto realizzare uno stabilimento nella area di S. Nicola di Melfi adibito alla produzione di idrogeno, una infrastruttura che doveva non solo creare nuove opportunità occupazionali, ma garantire quelli esistenti grazie all’utilizzo dell’idrogeno da parte di Stellantis e di tutte le aziende dell’indotto che avrebbe ridotto significativamente i consumi di metano e abbassato i costi energetici, garantendo sostenibilità e competitività del polo industriale melfitano. Di questo – ha però aggiunto Chiorazzo – non c’è traccia, mentre i soldi sono andati a progetti quali quello che vede una duplicazione di Sviluppo Basilicata, o quell’altro che prevede una non meglio precisata rigenerazione urbana gestito da una fondazione della stessa Eni”.
La delusione dei sindacati: “La Regione non ha mai voluto coinvolgerci”
MELFI – Di input dai sindacati ne sono arrivati tanti. Sanità, Lavoro, Forestazione, Digitalizzazione, Trasporti. “Ma la Regione non ha mai voluto ascoltarci”. A parlare sono i segretari generali dei sindacati confederali di Cgil, Cisl e Uil di Basilicata, Fernando Mega, Vincenzo Cavallo, Vincenzo Tortorelli. A Melfi hanno voluto offrire il proprio contributo alla discussione, specificando che l’avrebbero fatto anche se invitati dal centrodestra. Fernando Mega, segretario generale della Cgil Basilicata, ha ricordato gli inizi. “Negli anni ‘90 c’è stato un ciclo produttivo incredibile in Basilicata. Il motivo per il quale Fiat arrivò in Basilicata è perché c’era una disponibilità di manodopera che in altri luoghi del Paese non c’erano”. Per poi evidenziare come nonostante l’affermazione di tre fenomeni economici di grande consistenza – petrolio, auto e turismo – la Basilicata continui a svuotarsi. “E in questi giorni il governo – ha aggiunto Mega – si concentra su una prospettiva legislativa dell’autonomia differenziata, che si basa sulla gestione delle risorse prodotte nelle singole regioni. È un problema di classe dirigente- ha quindi aggiunto perché non si può stare in queste condizioni. La condizione meridionale è talmente grave e dirompente che a distanza di 120 chilometri abbiamo le due aree di crisi complessa più grandi del Paese: in un’area si sta smantellando l’acciaio, nell’altra area abbiamo la crisi Stellantis. Il problema è la questione meridionale, si faccia fronte comune perché da soli non si salva nessuno. La questione di Melfi – ha anche ricordato- non è legata soltanto alla transizione energetica, ma se nel Paese si producono 400mila vetture rispetto a un milione e mezzo è perché c’è una mancanza di politica industriale che viene da lontano. Questa crisi rischia di lasciare solo morti e feriti”. Vincenzo Cavallo, segretario generale della Cisl Basilicata, è andato oltre.
“Non ci dobbiamo dimenticare che questa regione primadi essere industriale è una regione a vocazione agricola. Purtroppo la politica regionale è assente dai problemi reali della gente. Non c’è una politica industriale, non c’è una politica agricola. Senza queste politiche che servono per il lavoro come pensiamo si possa arrestare il fenomeno dello spopolamento nelle aree interne? Questa regione ha bisogno di giovani o siamo destinati a morire. Oltre al lavoro dobbiamo creare una condizione di vita adeguata. E da un po’ di tempo vanno via anche gli anziani, per raggiungere figli e nipoti. Questo è un fatto gravissimo”. Infine, Vincenzo Tortorelli, segretario generale della Uil Basilicata: “Noi da tempo abbiamo cercato di parlare con il governo regionale, ma abbiamo registrato un’assenza di coinvolgimento programmatico sulle scelte importanti di questa regione. Proposte concrete ne abbiamo presentate. E se il 50 per cento di quelle proposte fosse stato accolto, oggi la Basilicata sarebbe stata meglio”.
“Serve un tavolo per Melfi”
MELFI – Tra gli interventi più attesi, anche quello dell’onorevole Enzo Amendola del Pd, che ha ricordato le interrogazioni già presentate al ministro del Lavoro per dare voce al malessere dei lavoratori lucani impiegati nel settore auto. L’ultima interrogazione, lo scorso mese di gennaio, quando insieme ai deputati Andrea Orlando e Vinicio Peluffo ricordarono al ministro Urso gli impegni assunti da Stellantis rispetto alla produzione di autovetture in Italia per chiedere “quali fossero gli impegni presi dal Governo”. Ieri, Amendola, ha riconosciuto l’urgenza di convocare un tavolo per Melfi. “Il tavolo Melfi serve non solo per l’indotto, ma per un’idea di Basilicata che con coraggio dobbiamo portare. Ascoltare i sindacati è un modello di ascolto e rispetto verso chi lavora quotidianamente per tutelare i diritti dei lavoratori. Stellantis e San Nicola è un tavolo differente. Io lo rispetto, ci sono tavoli già avviati, ma qui c’è una particolarità”. Poi un accenno al lavoro da svolgere per cambiare il volto della Basilicata. “C’è da fare in Basilicata come in tante altre regioni. Abbiamo bisogno di eliminare gli slogan, di cui siamo ormai stanchi e costruire una comunità fatta di coesione, concretezza e visione per il futuro. La società cambia e noi dobbiamo cambiare con lei mediante un approccio pragmatico e che guardi ai lavoratori, alle famiglie, ai giovani”.
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