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“La questione lavoro, sul fronte della qualità quanto della sua sicurezza sono in Basilicata sempre più preminenti. Questa mattina ho voluto essere presente a Potenza, davanti alla Prefettura, insieme ai rappresentanti di Cgil, Uil, alle Categorie degli edili e dei metalmeccanici – Fillea Cgil, Feneal Uil, Fiom Cgil e Uilm Uil che hanno proclamato due ore di sciopero a livello nazionale”. Lo ha detto in una nota Angelo Chiorazzo, candidato alla presidenza della Regione per Basilicata Casa Comune. “I dati relativi agli incidenti sul lavoro – ha proseguito – dicono che la Basilicata è tra le prime tre in Italia per incidenza di infortuni, anche mortali. In Basilicata dunque si lavora poco e male. I drammatici fatti di Firenze di pochi giorni fa impongono una seria riflessione sul tema sicurezza, sia sui cantieri pubblici che privati; occorre intervenire con norme e legislazione adeguate per la migliore tutela di chi lavora. Serve un segnale di discontinuità nella collaborazione tra istituzioni e parti sociali, che in questi anni è stata praticamente assente. Serve un piano di azioni da mettere in campo perché la Basilicata, oltre ad avere il triste primato per gli infortuni sul lavoro, è una regione che respinge i giovani e i lavoratori, in primis le donne. Il tasso di emigrazione giovanile e di laureati è sempre più alto. Il piano straordinario per il lavoro promesso da Bardi a inizio mandato non è mai stato realizzato. Si erano annunciati interventi per il lavoro per oltre 100 milioni di euro provenienti da accordi con le compagnie petrolifere, dovevano essere risorse da destinare a progetti speciali per la creazione di nuove prospettive di lavoro. Che ne è stato? L’ennesimo impegno non mantenuto sulla pelle dei nostri giovani e dei nostri disoccupati. Siamo la Regione con il tasso di vecchiaia più alto, mediamente vanno via 2000 giovani under 35 ogni anno, di cui 1000 laureati. Dopo la sanità – ha evidenziato Chiorazzo – quello del lavoro è il secondo disastro di Bardi. A rendere la situazione ancor più precaria è l’avanzamento del pericoloso disegno sull’autonomia differenziata e l’incapacità, da parte della Regione, di spendere adeguatamente i fondi del PNRR. Nelle prossime settimane presenteremo un piano per il lavoro fatto di programmi, azioni, cifre e tempi, credibile e sicuro. Perché solo il lavoro, la sua sicurezza e la sua qualità possono convincere le nuove generazioni a rimanere o tornare nella propria regione. E ne abbiamo bisogno per evitare lo spopolamento e dunque il definitivo declino”.