Da Shakespeare a Ionesco. Dall’Amleto a Opinioni di un clown. Dal dilemma al teatro dell’assurdo. Il centrosinistra lucano non smette d riservare sorprese. Così dopo la fine della telenovela della “settimana decisiva” e del “nome in giornata” che durava almeno da febbraio, l’individuazione di Domenico Lacerenza quale candidato in grado di mettere insieme il campo (largo santo o visivo che sia) invece di portare pace ha fatto esplodere tutto. Ad eccezione di Elly e Peppiniello Apulo, che nel triangolo Bologna-Roma Stornara di Puglia lo sono andati letteralmente a prendere a casa, in Basilicata pare proprio che non lo voglia nessuno.
La rivolta è scoppiata prima nelle basi delle varie forze, poi è arrivata ai vertici come un brivido di terrore. Problemi per chi è nel perimetro della coalizione, che teme da debacle, per chi è fuori, che rischia l’isolamento, e per chi può dire di aver vinto, almeno fino ai risultati del 21 e 22 aprile. Al punto che tra i 5 stelle lucani per 24 ore filate, probabilmente prima di qualche chiamata con prefisso 06, nessuno ha aperto bocca per poi lasciare spazio a un’agenzia dell’immarcescibile Marcello Lomuti che ha smentito espressamente perplessità sul nome, con quel linguaggio che, in politica, sa tanto di conferma e annuncio che qualcosa si muove.
Movimenti nella realtà ce ne sono tanti, ma fanno più di spasmi di dolore. Come la riunione del tavolo del centrosinistra convocata dal Pd per incontrare il candidato governatore – lo aveva annunciato lo stesso oculista con il primo suo comunicato – e che si è conclusa senza che nemmeno il povero Lacerenza fosse ammesso al cospetto dei segretari (e in tanti non c’erano) per evitare che scappasse a gambe levate. E il tavolo più che quello di un confronto ampio era un tavolino da bar se non di quelli ancor più piccoli da seduta spiritica, forse per evocare lo spirito di un centrosinistra passato a miglior vita. Intorno solo il Pd, in versione vorrei ma non posso, i 5 stelle stile “NON POSSO pensare di fare diversamente”, i verdi a denunciare il disastro ambientale che si sta consumando nell’area del centrosinistra e Basilicata Casa Comune con un eloquente silenzio della serie “voi fate e voi disfate”.
Lacerenza, in sala ‘aspetto, è poi scomparso dai radar. Rimandato a domani. Lui che nelle sue priorità ha messo in cima le liste d’attesa, ha visto….l’intervento rimandato. Un orizzonte ancora non si vede. E se il centrosinistra romano ha cercato la salute nell’ospedale forse ha sbagliato reparto. Gli psicofarmaci di Trerotola, evidentemente, non sono bastati.
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