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A Melfi domani la presentazione dell’accordo per l’area di crisi complessa: sindacati presenti tranne la Cgil: “Solo passerella elettorale”

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An area of ??cars produced in the Stellantis factory, in San Nicola di Melfi (Potenza), 21 January 2021. About seven thousand people work in the Lucanian factory - where 500 X, Jeep Renegade and Compass are produced. ANSA / TONY VECE.
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“La giornata di domani, con la presentazione al Comune di Melfi dell’accordo di programma per l’area di crisi complessa è, come già sottolineato, un primo passo verso la salvaguardia dell’area industriale di Melfi ma soprattutto per il suo rilancio, perché da mesi il lavoro sinergico, fatto insieme alla regione Basilicata porti finalmente i primi risultati. Nella giornata di domani chiederemo con forza alla regione Basilicata di impegnarsi a sottoscrivere un protocollo di intesa con tutte le organizzazioni sindacali affinché si possano definire dei punti strategici”. Lo scrivono in una nota i sindacati Fim, Uilm, Fismic e Uglm.

Di segno opposto la Cgil. “La Cgil unitamente alla Fiom non parteciperà alla presentazione dell’Accordo di programma per l’area di crisi complessa del comparto dell’automotive e del suo indotto in programma il 21 marzo a Melfi”. Lo rendono noto i segretari generali Fernando Mega (Cgil Basilicata), Vincenzo Esposito (Cgil Potenza) e Giorgia Calamita (Fiom Cgil Basilicata). “Non saremo complici – affermano i dirigenti sindacali – delle strumentalizzazioni messe in atto da giorni dal governo regionale e nazionale per fini elettorali. La passerella del 21 marzo – che fa seguito alla grottesca quanto inutile telefonata dell’assessore regionale Michele Casino al ministro Urso alla presenza di determinate sigle sindacali, dopo che appena un mese prima lo stesso ministro aveva incontrato i sindacati a Potenza per discutere della vertenza solo grazie all’impegno e alla pressione della Cgil – altro non è che l’ennesima mossa per buttare fumo negli occhi ai lucani e soprattutto ai lavoratori e alle lavoratrici di Stellantis e dell’indotto, a cui vengono continuamente rinnovate promesse poi nei fatti non mantenute”.