Mancano 10 giorni a Pasqua ma il centrosinistra lucano ha già aperto l’uovo. E la sorpresa è Angelo Chiorazzo. Quell’Angelo Chiorazzo su cui da mesi tutti ponevano dubbi e imprescindibili questioni di metodo e da cui ora tutti sono andati in pellegrinaggio per chiedere il miracolo. E allora da Lomuti a Lettieri, da Valvano a Tramutoli, da Rondinone a Digilio, tutti al santuario del Beato Angelico, per chiedere di aprire quella “Casa Comune” che, da sola, competeva con loro per il secondo posto, ma se alleata poteva ripartire la partita per la vittoria finale, non tanto in virtù dei sondaggi che davano il centrosinistra a trazione Chiorazzo in forte vantaggio prima dello sciame sismico innescato dalle decisioni del duo comico Taruffi&Baruffi con la regia di Schlein e la sceneggiatura di Conte, quanto sul fatto che anche nelle ultime ore, tra l’effetto accozzaglia del Team Bardi-Pittella che si è fatto plasticamente carico di 10 anni di disastri politici e la crescente onda popolare che chiedeva comunque un’alternativa per la Basilicata. Un quadro in cui il buon Piero Marrese aveva finito col sentirsi, più che un presidente in pectore, un agnello sacrificale. Lui, che in nessuna configurazione del centrosinistra avrebbe avuto il benché minimo problema a conquistare l’elezione a consigliere regionale a suon di preferenze, costretto a temere che una eventuale terza coalizione lo lasciasse fuori dall’aula. E se questa era la sua condizione figurarsi quelle di chi aveva la responsabilità di guidare le liste o dei tanti che dopo aver coltivato la speranza di un posto da consigliere conquistato in carrozza come presidente perdente, hanno visto i loro capelli passare dal lilla al bianco alla prospettiva di non avere nemmeno alcuna chance in lista. Ed ecco allora che, per tornare ai riti sacri, è arrivata la settimana delle conversioni sulla via di Damasco per i tanti che, sfumati i propri sogni di leadership, si sono iscritti ai riti penitenziali rimpiangendo la mancata designazione del sorridente Chiorazzo alla guida del centrosinistra. Grandi sacerdoti Alessia Araneo con la sua corona di stelle cadenti e Piero Lacorazza, capolista di una lista in cui non voleva nessuno che potesse prendere un voto in più di lui, mentre nessuno di quanti potevano prenderne uno di meno voleva entrarci. Alla fine, come ogni settimana Santa, la resurrezione c’è stata. Angelo Chiorazzo torna in campo nel centrosinistra. La vittoria non è più un’utopia. Questa notte il centrosinistra può dormire sereno. A passare notti insonni adesso sarà Bardi.
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