Stellantis ha comunicato alle organizzazioni sindacali nazionali l’intenzione di procedere alla definizione di un accordo sindacale relativo alle uscite volontarie incentivate. “Si prosegue – afferma in una nota Giorgia Calamita, segretaria generale della Fiom Cgil Basilicata – nell’azione di svuotamento degli stabilimenti Stellantis, un pessimo segnale se considerato che queste uscite non sono compensate con l’assunzione di giovani, che darebbero un’importante prospettiva per il futuro. Un’altra procedura di esodi incentivati proprio nel corso del confronto con il Mimit nell’ambito del tavolo automotive, fortemente voluto dalla Fiom-Cgil per affrontare la questione di un intero settore che, nelle difficoltà determinate dalla transizione all’elettrico, sta attraversando una profonda crisi in particolare dovuta alle scelte strategiche di Stellantis nel nostro Paese, contraddistinte da scarsi investimenti, incertezze per il futuro delle produzioni, e una continua riduzione dell’organico attraverso un ingente utilizzo di risorse economiche, ottenute sulle pelle dei lavoratori, molti dei quali, in cassa integrazione o impegnati in trasferte di centinaia di chilometri. Gli ulteriori incentivi all’esodo, che come Fiom-Cgil non condividiamo tant’è che non abbiamo firmato l’accordo – prosegue Calamita – confermano la deindustrializzazione del settore automotive. Anche Melfi sarà coinvolta dal provvedimento e ciò a dimostrazione di quanto da tempo denunciato: l’istituzione dell’area industriale di crisi complessa a Melfi non è la soluzione alla crisi del settore, motivo per cui non abbiamo partecipato alla presentazione dell’accordo, rivendicando un confronto vero per dare risposte concrete ai lavoratori. Nelle scorse settimane abbiamo chiesto,unitariamente, alla presidente del Consiglio di convocare un incontro a Palazzo Chigi con l’Ad di Stellantis Tavares così come a livello regionale abbiamo più volte chiesto alla Regione Basilicata di convocare il tavolo sull’automotive senza alcuna risposta. Il futuro non lo si costruisce con gli incentivi all’esodo, bensì con il confronto per garantire stabilimenti, nuovi modelli, ricerca e sviluppo e rigenerazione dell’occupazione. I lavoratori dello stabilimento Stellantis di Melfi e dell’indotto, pienamente coinvolto nelle politiche della multinazionale che guardano al profitto a discapito dei diritti dei lavoratori – conclude Calamita – meritano certezze occupazionali e salariali e un futuro industriale fatto di lavoro e dignità.
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