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Nelle aziende dell’indotto Stellantis prevalgono le preoccupazioni per il futuro. Il 10 aprile incontro tra i sindacati e Tavares a Torino. Per il leader nazionale Uliano “servono subito nuovi modelli per rilanciare le produzioni italiane e garanzie ed impegni precisi per raggiungere l’obiettivo di 1 milione di veicoli“
Sono agli sgoccioli anche in Basilicata le assemblee convocate da Fim, Fiom e Uilm per un esame della piattaforma per il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici. Il percorso di informazione e divulgazione si concluderà il 10 aprile e culminerà con la consultazione certificata dei lavoratori. Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, salario, orario di lavoro, formazione, tra i temi principali emersi durante il confronto con i lavoratori. «Abbiamo detto sin dall’inizio – spiega il segretario della Fim Cisl Basilicata Gerardo Evangelista – che questo contratto si sarebbe collocato in un momento difficile, caratterizzato dal riemergere dei conflitti bellici a livello globale, con rischi evidenti sulla catena delle forniture, e da cambiamenti strutturali come la digitalizzazione e la transizione ecologica che stanno cambiando profondamente i sistemi produttivi, come dimostra la transizione in corso nel settore automobilistico. Proprio l’ansia per la transizione verso i veicoli elettrici sta emergendo come principale preoccupazione tra i lavoratori dell’indotto. Pur riconoscendo il valore del rinnovo contrattuale in termini salari e normativi, sono principalmente concentrati sul loro futuro, il quale è strettamente legato alla casa madre Stellantis».
«Il mondo del lavoro e dell’industria stanno cambiando: oggi è necessario creare nuove certezze in un contesto in continua evoluzione. Ciò richiede incentivi, riqualificazione delle aziende e sostegno per quelle che stanno attraversando questa trasformazione, oltre alla promozione di nuove relazioni industriali e all’introduzione di elementi innovativi nei contratti, sia a livello nazionale che territoriale e aziendale. In questa prospettiva, la partecipazione diventa uno strumento cruciale per favorire il confronto e potenziare sempre di più la contrattazione e il dialogo sociale», osserva Evangelista che poi si concentra sugli ultimi aggiornamenti in casa Stellantis: «Oltre alle fermate dei soli turni produttivi, l’azienda ha comunicato ieri una nuova chiusura totale dello stabilimento Stellantis di Melfi per oggi e domani a causa della mancanza improvvisa di componenti, con ricadute a cascata sulle attività delle aziende nell’indotto».
E il futuro degli stabilimento italiani di Stellantis sarà al centro dell’incontro che si terrà mercoledì 10 aprile al Centro Stile di Torino tra l’ad Tavares e i sindacati. «Sarà l’occasione per ribadire le nostre priorità e richieste per rafforzare la presenza di Stellantis nel nostro Paese, ma anche il ruolo di sostegno che il gruppo deve avere rispetto al settore automotive a partire da Torino e a seguire per tutti i plant ed enti di Stellantis in Italia», dichiara in una nota il segretario generale della Fim Cisl Ferdinando Uliano. «La situazione ci preoccupa molto: dai dati da noi rilevati nel primo trimestre, c’è stata una flessione nella produzione di auto del 23%. Servono subito nuovi modelli per rilanciare le produzioni italiane e garanzie ed impegni precisi per raggiungere l’obiettivo, annunciato e condiviso, di 1 milione di veicoli. Nei vari incontri avuti con azienda e istituzioni, sia nazionali che locali, abbiamo chiesto che oltre alle richieste specifiche sulle allocazioni di nuove produzioni negli stabilimenti e i volumi delle future produzioni, ci siano garanzie sulle funzioni di ricerca e sviluppo assegnate al nostro Paese e sulle forniture relative all’indotto e alla componentistica degli stabilimenti Italiani. La discussione che abbiamo fatto negli ultimi giorni, analizzando la situazione e le prospettive di ciascun sito produttivo ed ente, deve trovare risposte positive e concrete che oggi non abbiamo ancora avuto».