“Sull’acqua, la più grande risorsa della Basilicata per questo ed i prossimi secoli, è mancato in questi anni un serio dibattito e Bardi, anche in questo caso, ha svenduto la ricchezza dei lucani per ingraziarsi i partiti romani. L’ennesimo capitolo dell’autonomia differenziata che qui si traduce nel centralizzare le ricchezze lucane e regionalizzarne le povertà”. Così, in un suo intervento, il leader di Basilicata Casa Comune, Angelo Chiorazzo.
“Mentre quando conviene al Nord si parla di protagonismo dei territori, sull’acqua lucana – prosegue l’imprenditore – si sono scelte soluzioni che vanno in direzione opposta, prevedendo una preponderante o quasi esclusiva presenza dello Stato con Acque del Sud Spa. Quest’ultima ha preso il posto dell’Eipli e la Basilicata non ha più voce in capitolo anzi, nonostante abbia una grande quantità di risorsa idrica, dovrà paradossalmente chiedere e pagare, come e forse più delle altre regioni, perché a fronte di un bene che cediamo, nessuno si fa carico dei nostri costi di sollevamento e distribuzione. Non possiamo restare a guardare quello che è uno scippo vero e proprio. Della nuova società non si conosce ancora nulla se non il nome del presidente nominato ancora prima della sua costituzione, e la misera quota del 5 per cento data come mancia alle tre regioni Puglia, Basilicata e Campania. Nulla sullo statuto, nulla su un consiglio di amministrazione i cui nomi pure sono stati definiti a Roma.
Questo mentre il governo regionale in questi cinque anni si è dimostrato incapace di valorizzare la risorsa ‘acqua’, frammentando la governance con la costituzione di più soggetti che a vario titolo dovevano gestirla. Con le nostre condotte colabrodo gettiamo (e paghiamo a vuoto) due litri ogni tre che immettiamo nelle nostre reti, il peggior dato in Italia. Un costo aggiuntivo per le famiglie solo parzialmente ridotto dal bonus acqua che è un bonus di qualche decina di euro per le famiglie ma di milioni per l’Eni a cui viene dato un affidamento diretto per la costruzione degli impianti fotovoltaici da cui viene comprata a un prezzo concordato l’energia. Il tutto, ancora una volta, senza nessun ruolo per la Società Energetica Lucana che, evidentemente per Bardi serve solo a garantire poltrone e incarichi per qualche amico. Credo, invece, che sia da perseguire la proposta del segretario generale della Uil Lucana, Vincenzo Tortorelli di un fondo sovrano del tipo di quello norvegese, una cassaforte generativa e generosa per sostenere investimenti e bisogni del popolo lucano, alimentato con i soldi generati dalle risorse naturali lucane, a partire dal petrolio, ma auspicherei anche dall’acqua. Serve una gestione attenta delle nostre ricchezze guardando anche a ciò che lasceremo alle generazioni future”.
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