Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta di Donatella Merra, assessore ad Infrastrutture e Trasporti nella passata legislazione, attualmente seconda dei non eletti in Consiglio regionale tra le file di Fratelli d’Italia (con cui si è candidata dopo la rottura con le Lega) e in attesa dell’esito di un ricorso per ottenere l’attribuzione di almeno una trentina di voti
In forma ancora embrionale stiamo assistendo ad un lento, difficile ma sostanziale cambio di rotta: la rappresentanza di genere negli organi elettivi di questa regione può aprire una vera nuova stagione politica. L’elettorato lucano, come attestano le preferenze accordate alle varie pretendenti in corsa, ha riposto nuova e differente fiducia nelle donne, consentendo finalmente la proclamazione di tre esponenti femminili in Consiglio regionale e accordando grandi consensi anche alle altre concorrenti che hanno contribuito, con la loro presenza e partecipazione, all’affermazione di ciascuna lista, sia di maggioranza che di opposizione. All’indomani della complessa esperienza condotta come unica donna di Giunta ed unica donna del Consiglio regionale, all’indomani di una campagna elettorale delicata, dura e per certi versi violenta in alcuni approcci, auspico che gli sforzi ed i sacrifici di tutte e di ognuna non siano resi nuovamente vani.
Che l’evoluzione della rappresentanza di genere apra coscientemente anche una riflessione sulla dignità e tutela di genere.
Che la volontà dell’elettorato trovi riscontro anche nei ruoli e nelle funzioni di alto profilo che spettano di diritto alle donne, sia nel prossimo esecutivo che nella massima assise legislativa regionale e non come concessione da parte di qualcuno bensì come esito inoppugnabile di una chiara espressione popolare da non obliterare con basse “manovrine” di potere.
All’alba, dunque, di una nuova stagione politica sia riscattata l’integrità delle istituzioni lucane, offese e umiliate da episodi di sessismo, di cui ha parlato a più riprese anche la stampa nazionale, moralmente ed eticamente inaccettabili. Tutti, donne e uomini del presente quadro politico, indipendentemente dall’appartenenza, sia dentro che fuori dai palazzi, dovranno operare scelte responsabili e avvedute per combattere ogni discriminazione sistemica, stereotipo di genere, violenza verbale ammantata da falsa ironia e pregiudizio sessuale affinché non si ripetano ancora gli stessi errori del passato. Questo avverrà, ancora più realisticamente e concretamente, impedendo che quella degenerazione culturale già messa alla porta dagli eventi possa rientrare dalla finestra come conseguenza di scelte non correttamente ponderate. Un serio processo decisionale soppesa attentamente anche le eventuali “esternalità indirette” delle sue principali determinazioni politiche. Ignorarle sarebbe un grave sbaglio che riaprirebbe una pagina buia della nostra storia recente.
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