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Dazi USA: la Basilicata tra le regioni più esposte al rischio economico

L’eventuale introduzione di nuovi dazi doganali da parte degli Stati Uniti sulle importazioni di prodotti europei potrebbe avere un impatto significativo sull’economia italiana, e tra le regioni più colpite ci sarebbe proprio la Basilicata. Il tessuto produttivo lucano, infatti, è fortemente legato a settori strategici come l’Automotive, la meccanica, l’alimentare e la farmaceutica, comparti che potrebbero subire un drastico calo delle esportazioni verso gli USA. I settori a rischio in Basilicata sarebbero primo tra tutti l’ Automotive, con lo stabilimento Stellantis di Melfi e l’indotto.Il settore automobilistico è tra i più esposti agli effetti di eventuali tariffe sulle esportazioni. Lo stabilimento Stellantis di Melfi, che produce auto per il mercato internazionale, è una delle più grandi realtà industriali del Sud Italia e fornisce veicoli anche agli USA. Se Washington decidesse di aumentare i dazi sulle auto europee, le esportazioni lucane potrebbero calare, portando alla riduzione della produzione nello stabilimento e nell’indotto, diminuzione della competitività dei veicoli prodotti a Melfi sul mercato statunitense, possibili tagli occupazionali, vista la forte dipendenza del territorio dalla filiera Stellantis. Il settore meccanico e manifatturiero della Basilicata produce macchinari e componenti che vengono esportati negli Stati Uniti. Con l’aumento delle tariffe, questi prodotti diventerebbero più costosi per i compratori americani, portando a una riduzione della domanda e un calo delle esportazioni.

Il settore alimentare lucano, sebbene meno impattante rispetto all’automotive, potrebbe subire contraccolpi se gli USA dovessero colpire prodotti tipici italiani come Olio extravergine d’oliva, Vino Aglianico del Vulture DOCG, Formaggi e salumi tipici. L’applicazione di dazi su questi beni ne aumenterebbe il prezzo sul mercato americano, penalizzando le esportazioni delle aziende locali.

Anche la farmaceutica rientra tra i settori più esposti. Negli ultimi anni, la Basilicata ha visto crescere il suo peso nel settore biomedicale e nella produzione di farmaci, che vengono distribuiti in tutto il mondo, compresi gli Stati Uniti. Eventuali tariffe doganali potrebbero frenare le esportazioni e limitare la competitività delle aziende lucane su un mercato chiave.

Sembra chiaro, quindi, che se i dazi venissero applicati, la Basilicata potrebbe subire una diminuzione delle esportazioni e perdita di quote di mercato negli USA, calo della produzione industriale, con conseguenze su stabilimenti e fornitori, rischi occupazionali, in particolare per le aziende legate all’export, Impatto sulle piccole e medie imprese che operano nel comparto alimentare e meccanico. Per contrastare gli effetti di eventuali dazi, le imprese lucane potrebbero correre ai ripari diversificando i mercati di esportazione puntando su paesi meno soggetti a politiche protezionistiche, rafforzare le relazioni commerciali con l’Unione Europea e altri mercati emergenti, investire in innovazione e digitalizzazione per migliorare la competitività, chiedere un intervento del Governo italiano e dell’Unione Europea per tutelare i settori più colpiti. Queste previsioni porterebbero effetti negativi su produzione e occupazione. È quindi fondamentale adottare subito strategie di mitigazione per proteggere il sistema economico regionale da possibili shock commerciali in un quadro economico già compromesso.

Fonte: https://www.basilicataoggi.com/

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