Home Attualità Gazzetta Mezzogiorno, in Basilicata non “digerita” la chiusura della redazione di Potenza

Gazzetta Mezzogiorno, in Basilicata non “digerita” la chiusura della redazione di Potenza

130
Getting your Trinity Audio player ready...

“Quanto accaduto a La Gazzetta del Mezzogiorno ha diverse cause. Troppo semplicistico ridurle alla crisi che ha investito l’editoria in Italia e nel mondo. La verità è che la Edime – il gruppo che ha rilevato il giornale solo due anni fa acquistandolo dal tribunale fallimentare – avrebbe dovuto investire, ma si è limitato a gestire passivamente una situazione come se il settore dei giornali non fosse travolto dalle difficoltà”.

Lo sostiene Pino Giordano, Segretario Provinciale dell’Ugl Matera il quale aggiunge che “l’azienda ha palesato, durante questi due anni, carenze conoscitive del comparto che si sono esplicitate nella totale assenza di marketing, in una distribuzione approssimativa del quotidiano sul territorio, nella mancata volontà di sviluppare l’informazione cross mediale intensificando l’attività sul web. Smantellare le redazioni periferiche, tra cui quella della Basilicata – aggiunge il sindacalista – , significa per l’Ugl Matera sconfessare la storica mission del giornale stesso, quella di raccontare il territorio dal di dentro e non, come accadrà con l’accentramento a Bari, attraverso comunicati e lanci di agenzia”.

Sulla questione interviene anche Donatella Merra, consigliere regionale della Basilicata.

“La chiusura della sede lucana della Gazzetta del Mezzogiorno – commenta – mi rammarica, sia per la perdita di posti di lavoro che per il pluralismo dell’informazione nella nostra Regione che ora sarà più povero di notizie e opinioni. La mia piena solidarietà a tutti i lavoratori del quotidiano, giornalisti e collaboratori, che negli anni hanno garantito con i loro servizi e interventi la copertura degli avvenimenti in tutta la Basilicata, con spirito di sacrificio e grande dedizione. Un presidio di democrazia e di libertà è purtroppo venuto meno a danno della nostra collettività. Tuttavia, nutriamo la speranza che tali difficili decisioni editoriali non siano irreversibili e che si possa ancora, con coraggio e sensibilità, trovare soluzioni che salvaguardino professionalità e pubblica opinione”.