Home Attualità Monsignor Ligorio: “Paradosso Basilicata, regione ricca, ma tutti vanno via”

Monsignor Ligorio: “Paradosso Basilicata, regione ricca, ma tutti vanno via”

98
Getting your Trinity Audio player ready...

È un’immagine sbiadita e preoccupante quella della Basilicata, che emerge dalle parole di Monsignor Salvatore Ligorio, in una recente intervista rilasciata ad Avvenire dall’amministratore apostolico di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo e presidente della Conferenza episcopale di Basilicata, intervenuto in occasione della visita “ad limina” tenutasi a Roma, la scorsa settimana, nel corso della quale i presuli lucani hanno incontrato Papa Francesco. “Abbiamo presentato al Santo Padre le peculiarità di una piccola regione del Sud, con una estensione quanto la metà della Toscana e una popolazione come un paio di quartieri di Roma: poco più di 500 mila abitanti disseminati in 131 comuni, l’80 per cento dei quali non supera i tremila abitanti. Una regione però afflitta da denatalità e da una fuga massiccia di giovani: ogni anno duemila ragazzi sotto i 35 anni lasciano la Basilicata, ben mille dei quali laureati”, afferma Ligorio sulle pagine del quotidiano nazionale. Una regione ricca di risorse: foreste, sole, vento, acqua, petrolio. La Basilicata, infatti, produce l’80 per cento di tutto il petrolio disponibile in Italia. Una regione, la Basilicata, che ha bisogno urgente di programmi a lungo termine, che indichino una direzione di marcia, per creare opportunità di lavoro degno del nome. Una terra dove l’età media dei lucani, come leggiamo dall’ultimo rapporto Svimez, è di 47 anni, una delle più elevate d’Italia. “I piccoli comuni rischiano la sparizione. Senza una politica nazionale seria che guardi al Sud, sarà difficile resistere. Lo spettro dell’autonomia differenziata – come afferma anche la Cei – non pare vada in questa direzione” afferma con preoccupazione Ligorio. Un futuro in chiaroscuro quello della Regione Basilicata, dunque, quello che emerge dalle parole del prelato, un futuro ancora tutto da scrivere. Si naviga a vista, non si vede all’orizzonte un progetto di sviluppo che parli all’intero Paese. “La Stellantis di Melfi, in forte affanno, è tra i siti produttivi più grandi del Sud, ma la prospettiva dello sviluppo dell’auto elettrica sta allarmando i dipendenti, perché si prevede una notevole diminuzione di mano d’opera”, sottolinea Ligorio. Ricordiamo, infatti, che Stellantis ha confermato ulteriori uscite volontarie incentivate pari a 500 lavoratori. Questa procedura è ormai l’ennesima operazione che negli ultimi tre anni ha prodotto già 1600 uscite volontarie, circa 500 all’anno, provocando un calo del numero dei dipendenti a Melfi. “Non dimentichiamo – aggiunge – il petrolio della Val d’Agri, che oltre a non aver portato la ricchezza promessa, in luogo di un aumento di inquinamento notevole, vedrà in futuro la transizione energetica e la decarbonizzazione entro il 2050. Ma anche qui non è chiaro come ci si vuole preparare al futuro. Il boom culturale e turistico di Matera dopo l’esperienza di capitale europea della cultura 2019 è, invece, incoraggiante. Si spera possa verificarsi una tendenza di decisa crescita anche per Potenza, nominata “capitale dei giovani 2024”. Una scelta che è una scommessa, come è stato a suo tempo per Matera”.

Font: BasilicataOggi