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Il Presidente Bardi e tutto il centrodestra lucano sono in grande difficoltà. I tempi stringono, il prossimo 5 luglio si riunisce il Consiglio regionale con le opposizioni sul piede di guerra per rinvii e ritardi, ma le complicazioni si allargano. Il problema non è solo la formazione del governo ma anche la sua stabilità a breve termine. Veti incrociati e protagonisti discussi rischiano di portare a soluzioni traballanti che resterebbero in piedi fino al primo intoppo, che è già dietro l’angolo.
I malumori sono ovunque e dappertutto nella maggioranza. Una parte di Forza Italia sarebbe in trincea perché ritiene Franco Cupparo – dai rumors il più papabile di FI per conquistare un posto in giunta – “persona … non gradita agli iscritti” come riporta la pagina Facebook La Basilicata. Addirittura, quest’ultima, di chiare simpatie forziste, ritiene che la nomina di Cupparo nell’esecutivo, invece di Michele Casino determinerebbe una insanabile frattura nel partito con la fuoriuscita di molti che andrebbero a dar vita a una nuova formazione politica. Un bel “casino” per Bardi, è proprio il caso di dirlo.
Le altre grane, non meno perigliose, riguardano FdI. Cosimo Latronico, ex assessore all’ambiente, pare un punto fisso per il Generale, il perno intorno a cui costruire tutta la geometria del futuro governo. Qui si apre però una questione di etica ed estetica pubblica. Se Latronico viene investito di tale strategico ruolo per Bardi, in consiglio regionale subentra Rocco Leone. Tutti ricorderanno lo show del pediatra di Policoro che in aula prescrisse gargarismi poco consoni alla scienza medica all’ex assessore alle Infrastrutture, Donatella Merra. il presidente dovrebbe valutare attentamente ogni opzione prima di far ripiombare la Basilicata nel medioevo del pregiudizio maschilista. Si potrebbe risarcire Latronico, sia per la fedeltà alla causa che per il risultato elettorale ottenuto ad aprile, con la presidenza del Consiglio che non fa scattare la supplenza, evitando all’aula una umiliazione “di ritorno”.
Ancora, il nodo quota di genere. Il posto spetterebbe all’esponente femminile che ha preso più voti alle ultime elezioni, come da recente consuetudine del centrodestra. Eppure, Bardi sembra non prendere proprio in considerazione l’ipotesi più logica, quella di affidare l’incarico a Maddalena Fazzari, già assessore del Comune di Potenza, neoconsigliera di FdI, che ha raccolto quasi 5 mila preferenze alle recenti regionali. I ben informati sussurrano invece che la scelta stia per ricadere all’esterno, l’ex Ufficiale di Filiano userebbe insomma la quota rosa per assestare gli equilibri in Orgoglio lucano attualmente pendenti verso Potenza e che lasciano all’asciutto Matera.
Ci sono ulteriori criticità da fugare. Se a Carmine Cicala il posto in giunta compete quasi di diritto per essere arrivato primo della lista alle elezioni in Fdi (avendo già ricoperto il ruolo di PdCr), a Marcello Pittella spetta per acclamazione popolare con le sue oltre 7 mila preferenze, mentre meno fondate risultano le pretese di Pasquale Pepe. È vero che quest’ultimo ha vinto il testa a testa con Francesco Fanelli nel partito, facendosi eleggere consigliere a suo discapito, ma ha consegnato alla maggioranza una Lega debole e sminuita, colpevole anche della débâcle nel capoluogo, recentemente passato di mano. Infine, restano gli incasellamenti da soppesare e non è questione di poco conto. Uno per tutti l’assessorato alla Salute che il leader di Azione rivendica per sé stesso ma che Bardi non vuole “consegnare” a cuor leggero. Si tratta infatti di un avamposto strategico che diventerebbe appannaggio di un ex nemico. Un generale queste cose le comprende bene.
di SGP