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MATERA VERSO LA PUGLIA: LA CASSAZIONE APRE LA PORTA A UN CAMBIO EPOCALE

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La Corte di Cassazione ha dato il via libera a un referendum che potrebbe riscrivere la geografia politica del Sud Italia. Con una decisione storica, i giudici hanno ritenuto ammissibile la richiesta avanzata dagli ex senatori Tito Di Maggio e Corrado D’Anzi, insieme all’associazione Terra d’Otranto, per indire una consultazione popolare ai sensi dell’articolo 132 della Costituzione. L’obiettivo? Trasferire Matera, la celebre Città dei Sassi, dalla Basilicata alla Puglia.

Un passaggio che potrebbe segnare una svolta epocale per Matera, città simbolo del patrimonio culturale italiano e mondiale, oggi chiamata a una scelta cruciale: restare ancorata alla Basilicata o diventare la sesta provincia pugliese, affiancando città come Altamura e Gravina. La proposta, nata dal malcontento verso le politiche regionali lucane, accende i riflettori su un dibattito che va oltre i confini amministrativi, toccando questioni di identità, sviluppo e futuro.

Le ragioni del malcontento

Il malessere di Matera nei confronti della Basilicata non è nuovo. Da anni, la città denuncia una gestione regionale sbilanciata a favore di Potenza, capoluogo di regione, accusata di aver frenato lo sviluppo del territorio materano. Secondo i promotori del referendum, Matera e la sua provincia sono state penalizzate da scelte politiche che hanno privilegiato Potenza, limitando le opportunità economiche e infrastrutturali della Città dei Sassi.

Il modello BAT: un precedente che fa scuola

L’iniziativa si ispira all’esperienza della BAT (Barletta-Andria-Trani), la sesta provincia pugliese istituita nel 2004. Un caso che ha dimostrato come la creazione di nuove realtà amministrative possa favorire uno sviluppo più equilibrato del territorio. Per la Puglia, l’acquisizione di Matera sarebbe un colpo da maestro, un’operazione di prestigio che aggiungerebbe alla regione un gioiello di fama internazionale, già Capitale Europea della Cultura nel 2019.

D’altra parte, per la Basilicata, la perdita di Matera rappresenterebbe un duro colpo. Non solo simbolico, ma anche economico e politico. C’è chi teme che questo potrebbe aprire la strada a ulteriori ridisegni territoriali, come il possibile trasferimento di Potenza in Calabria, un’ipotesi che rientra nella visione delle macroregioni proposta dalla fondazione Agnelli.

Il futuro di Matera: una scelta storica

Ora, la parola passa ai cittadini di Matera, chiamati a esprimersi attraverso il referendum. Una scelta che non riguarda solo questioni amministrative, ma il destino stesso della città. Matera, con il suo straordinario patrimonio culturale e la sua vocazione turistica, si trova davanti a un bivio: restare legata a una regione che l’ha spesso trascurata o abbracciare un nuovo futuro in Puglia, con la speranza di trovare nuove opportunità di sviluppo.

Il referendum, che potrebbe tenersi nei prossimi mesi, rappresenta un’occasione unica per riflettere sul futuro del Mezzogiorno e sulle dinamiche tra territori e istituzioni. Matera, città simbolo di resilienza e rinascita, potrebbe così diventare il protagonista di un nuovo capitolo della storia del Sud Italia.