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Rapporto Svimez, Mega (Cgil): “In Basilicata situazione allarmante”

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“La situazione del Mezzogiorno fotografata dall’ultimo rapporto Svimez è allarmate: gelo demografico, diseguaglianze di genere e generazionali finiranno per rallentare ulteriormente questa parte del Paese che con l’autonomia differenziata rischia completamente il collasso. Bisogna continuare a lottare affinché questo disegno scellerato non venga attuato”. Lo afferma in un comunicato il segretario generale della Cgil Basilicata, Fernando Mega. “Secondo le previsioni Svimez Basilicata nel 2080 gli abitanti-residenti effettivi saranno 287mila rispetto ai 541mila di oggi, quasi la metà. Con questi numeri sarà difficile mantenere sia elevati standard di assistenza sanitaria, dove il rapporto conferma l’elevata mobilità in Basilicata, sia la sopravvivenza delle aree interne e dei plessi scolastici. Saranno a rischio i diritti fondamentali quali il diritto sanitario pubblico universale e il diritto all’istruzione, mettendo a rischio il diritto stesso alla cittadinanza. Il ddl Calderoli inasprirà inevitabilmente le forti disparità che già dividono il Paese, generando una frattura tra cittadini di serie A e cittadini di serie B.  Un disegno di legge che aumenta le disuguaglianze già presenti all’interno del nostro tessuto sociale e che accresce il livello di conflitto e di competizione tra le singole Regioni. Continueremo a mobilitarci, come già fatto in questi ultimi mesi con lo sciopero generale dello scorso 1 dicembre, per ribadire ancora una volta che non arretreremo. Non arretreremo sull’autonomia differenziata, non arretreremo sulla difesa della nostra Costituzione, non arretreremo nella lotta alla precarietà e contro lo stravolgimento della nostra Repubblica parlamentare”.

Per Mega “il Mezzogiorno è completamente assente dalle priorità di questo governo. Il decreto Sud del governo Meloni è un nuovo scippo alla Basilicata e al Mezzogiorno, dove già le tensioni sociali sono forti e che, con questo andazzo, rischiano di implodere e non solo al Sud ma in tutto il Paese. L’istituzione di un’unica Zes per tutto il Mezzogiorno cancella con un colpo di spugna le specificità dei territori e quanto si è fatto in questo momento. Quest’ultima misura, insieme alla cancellazione del reddito di cittadinanza, l’autonomia differenziata e allo scippo dei fondi del Pnrr dirottati al Nord, con il benestare del presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, mettono a rischio l’intero Paese, acuendo il gap esistente. Non resteremo a guardare mentre questo governo ridisegna l’Italia, minandone l’unità.  Si riparta dal sud, dalle sue aree interne – ha concluso il dirigente sindacale – per proporre un modello di sviluppo sostenibile e porre fine a questa desertificazione industriale, demografica, sociale e culturale. Serve buona e nuova occupazione, altrimenti non ci salviamo. Se si continuano a sperperare soldi con la politica del “contentino” al solo scopo elettorale, come il bonus gas erogato in modo indiscriminato a prescindere dalla situazione economica dei singoli cittadini e, in ultimo, il bonus acqua, questi sono i risultati. Chiosava il presidente Bardi: un provvedimento preso per favorire il rientro dei giovani. I giovani fuggono dalla nostra terra perché non trovano lavoro, lavoro vero e qualificato. Un becero tentativo di assistenzialismo finalizzato al nulla se non a fare pubblicità gratuita in campagna elettorale. Non c’è futuro in questo modo. Bardi rifletta su questa drammatica situazione”.